PRIDE MONTH
- Lucia Di Vito
- 13 giu 2021
- Tempo di lettura: 2 min
Ogni anno a giugno, le strade si riempiono di arcobaleni. Giugno è infatti il mese del Gay Pride, conosciuto a livello internazionale come Pride Month. Questa manifestazione nasce da un episodio tragico che nel 1967 ha interessato la comunità lgbtqia+ di New York. Nella notte tra il 27 e il 28 giugno di quell’anno la polizia fece irruzione nello Stonewall Inn, un bar di New York frequentato principalmente da persone gay, accusando ingiustamente i presenti di indecenza semplicemente per il loro orientamento sessuale e sottoponendoli a umilianti perquisizioni al fine di accertare che essi indossassero almeno tre indumenti corrispondenti al loro sesso poiché il crossdressing, l’abitudine di utilizzare abiti che in un determinato contesto socio culturale vengono associati al sesso opposto, era illegale. Episodi simili erano purtroppo frequenti e consentiti dalla legge ma quella sera per la prima volta la comunità lgbtqia+ decise di opporsi. Fu solo l’inizio di una lunga serie di moti di ribellione che quella notte, e molte altre a seguire, infiammarono Manhattan. Le rivolte di quei giorni sono considerate come l’evento chiave che diede il via alle battaglie del movimento lgbtqia+ moderno. Successivamente l’esasperazione e il rancore di quelle sere lasciarono il posto a vere e proprie celebrazioni dell’identità e dell’orgoglio gay. L’anno successivo, per ricordare l’anniversario delle rivolte, vennero organizzate manifestazioni a New York, San Francisco e Los Angeles e, di anno in anno, sempre più città hanno scelto di ricordare, appunto nel mese di giugno, quanto accaduto a Stonewall Inn. Queste battaglie a distanza di cinquantasei anni sono purtroppo tutt’altro che concluse. Proprio in questi giorni infatti il Parlamento ungherese ha approvato il disegno di legge presentato da Fidesz, partito del primo ministro Orban, volto a vietare la “promozione dell’omosessualità ai minori”. Più di 5mila persone si sono riunite davanti al Parlamento ungherese per chiedere di non approvare la legge in quanto questa avrebbe limitato ancor di più i diritti delle persone appartenenti alla comunità lgbtqia+ in un Paese già inospitale nei confronti degli omosessuali. La strada per il pieno raggiungimento dei diritti civili è quindi ancora lunga e in salita, per questo bisogna non abbassare la guardia e schierarsi sempre dalla parte dei diritti civili, anche partecipando alle varie iniziative con cui ogni anno il Pride colora tutte le strade del mondo, convinti che la diversità sia solamente una risorsa e spaventa solo quando non si ha la capacità di saperla accogliere.
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