GIUSTIZIA E LEGALITÀ
- Lucia Di Vito
- 9 mag 2021
- Tempo di lettura: 2 min
Il 9 maggio si celebra il giorno della memoria dedicato alle vittime
del terrorismo e delle stragi di tale matrice, istituito con la legge 56 del 2007. La celebrazione di questa giornata coincide con due tragici eventi che hanno segnato la storia del nostro Paese: il ritrovamento del corpo privo di vita di Aldo Moro e l’uccisione del giornalista siciliano Peppino Impastato. Quel 9 maggio in Italia perciò si tentò di fuorviare il corso della democrazia per mano di due mali che in quegli anni affliggevano la nostra nazione e che, molto spesso, si intrecciavano: il terrorismo e la mafia. Aldo Moro e Peppino Impastato sono quindi esempio di due vite diverse ma allo stesso tempo due storie che si sono tragicamente incrociate lasciando un segno indelebile nella coscienza degli italiani e nella storia politica del nostro Paese. “Ricordare significa anche non rassegnarsi mai alla ricerca della verità” diceva il Presidente della Repubblica Mattarella in occasione del quarantesimo anniversario delle due morti, rimarcando il significato della commemorazione di questa giornata. Non dimenticare significa perciò fare i conti con queste storie che hanno insanguinato l’Italia alla fine anni settanta e messo a dura prova la democrazia che il popolo italiano è riuscito a edificare. Ricordare il passato significa guardare al futuro con una piena consapevolezza delle proprie radici e tenere ben presente che la democrazia vince quando non si fanno da parte i principi di civiltà che le sostengono. In questa ricorrenza così ricca di significato perciò bisogna rimarcare l’importanza di una memoria che si traduca in un impegno sociale per rendere concrete quelle che erano le speranze di Aldo Moro e Peppino Impastato. È solo così, tramite il ricordo, il rispetto dei valori civili e della giustizia che si può costruire la politica del futuro.
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