UN ROVER SU MARTE
- Fabrizio Bruno
- 4 lug 2021
- Tempo di lettura: 2 min
4 luglio 1997: il lander della missione Mars Pathfinder atterra sul pianeta rosso, dopo 7 mesi dal lancio dalla base americana di Cape Canaveral, avvenuto il 4 dicembre 1996. La missione fu la prima a tornare sulla superficie di Marte dal 1976 , anno in cui sempre la NASA lanciò le missioni Viking 1 e Viking 2 del programma Viking, con l’obiettivo anche quest’ultimo di iniziare un approfondito studio dell’atmosfera e della superficie del pianeta rosso, ricercando anche tracce di una possibile vita aliena. Prima della NASA anche l’Unione Sovietica aveva inviato due missioni verso Marte, entrambe però terminate con un fallimento. La vera novità della missione Mars Pathfinder fu l’utilizzo per la prima volta nella storia dell’esplorazione di Marte di un rover, che si sarebbe sganciato dal lander una volta atterrato, per permettere l’esplorazione e lo studio di una più vasta area intorno al sito di atterraggio. Il limite di un lander era infatti la sua staticità una volta atterrato sul luogo designato, che implicava quindi una limitata area di studio e ricerca, la quale veniva scandagliata dalle numerose macchine fotografiche e sonde presenti a bordo della sonda. L’utilizzo dei rover facilitò ed ampliò l’orizzonte di studio e ricerca di ogni missione, poiché adesso era possibile studiare ed esplorare zone relativamente lontane dal sito di atterraggio. Il sito di atterraggio designato fu una pianura fluviale nell’emisfero Nord , denominata Ares Vallis, e venne scelta poiché da rilevazioni fatte da missioni precedenti era stata indicata come la parte più rocciosa del pianeta ed avrebbe potuto offrire una più vasta gamma di rocce e sedimenti da studiare. Durante il secondo giorno di missione (il giorno marziano è chiamato Sol e per durata differisce di poco da quello terrestre) il rover Sojourner uscì dal lander ed iniziò la sua missione di studio ed esplorazione. I contatti con la sonda Pathfinder e con il rover Sojourner vennero persi all’83° Sol , un tempo di attività molto più lungo rispetto a quanto prefissato dagli ingegneri della NASA responsabili del programma. La fine della missione prevedeva infatti il ritorno del rover nei pressi del lander, ma a causa proprio della cessazione delle comunicazioni tuttora la posizione del rover è sconosciuta. Marte ad oggi è considerato il futuro dell’esplorazione spaziale e ciò è dimostrato dalla corsa alla sua esplorazione da parte di quasi tutte le agenzie spaziali mondiali. Sulla sua superficie oggi operano numerosi rover , mentre altri sono in viaggio , pronti nuovamente a fornirci immagini e studi sempre più
dettagliati, preparando la strada a quello che un giorno probabilmente sarà il primo pianeta raggiunto dall’uomo.
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