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LA LIQUIDAZIONE DEL GHETTO DI CRACOVIA

  • Immagine del redattore: Fabrizio Bruno
    Fabrizio Bruno
  • 14 mar 2021
  • Tempo di lettura: 2 min

14 Marzo 1943:a Cracovia termina la “liquidazione” del ghetto ebraico,

ennesimo atto di repressione contro gli ebrei residenti in Polonia. La persecuzione contro la minoranza ebraica era iniziata già nel 1939, quando il Terzo Reich, simuland un attacco polacco al confine, aveva dato inizio al secondo conflitto mondiale. Il primo obiettivo era proprio la conquista della Polonia, da spartire con l’Unione Sovietica che però verrà poi esclusa dallo stesso Terzo Reich, divenendo di fatto un nemico insieme alla compagine alleata occidentale. Prima dell’istituzione del ghetto, a Cracovia risiedevano quasi 80 mila ebrei e la maggior parte di loro venne espulsa dalla Polonia o fuggì durante tutto il 1940. In quell’anno infatti, nei piani del Reich ancora non maturava l’idea della cosiddetta “soluzione finale”, lo sterminio di massa che verrà poi perpetrato fino alla fine del 1945 verso tutte quelle minoranze e popolazioni che non erano considerate all’altezza della razza ariana. Nella capitale polacca, i circa 15 mila ebrei rimasti vennero confinati all’interno di un quartiere posto al centro della città e lontano dal vero quartiere ebraico che venne del tutto sgomberato. Una volta confinati, il ghetto venne circondato da mura di contenimento e l’accesso era consentito solo attraverso varchi controllati da soldati nazisti. L’operazione di confinamento nei ghetti venne usata frequentemente dai tedeschi, poiché era ritenuto un valido strumento per controllare eventuali rivolte o tentativi di fuga. Le pessime condizioni di vita all’interno del ghetto aumentarono anche il conto delle vittime, poiché alcuni non sopravvivevano alle dure giornate fatte di lavori forzati e miseria. Nei diversi ghetti sparsi in tutta Europa nacquero anche dei movimenti di resistenza partigiana, che con il passare dei mesi riuscirono a sovvertire le sorti del conflitto all’interno delle grandi città europee in cui la presenza di questi quartieri-lager era più massiccia. Nel Marzo del 1943, l’alto ufficiale nazista Amon Göth decise che il ghetto andava liquidato e così i restanti abitanti vennero divisi in inabili ed abili al lavoro: i primi vennero giustiziati sommariamente all’interno del ghetto, poiché non ritenuti adatti al lavoro forzato nei campi di sterminio. Durante le operazioni di sgombero morirono circa 2000 persone, tra cui numerosi bambini. I restanti 8000 residenti vennero deportati nei vari campi di concentramento sparsi in tutta l’Europa Centrale, tra cui il famigerato Birkenau, dove venne diretta la maggior parte degli abitanti del ghetto di Cracovia. Oggi nella capitale Polacca è possibile osservare ancora alcuni pezzi di muro di cinta che sono stati lasciati come perenne ricordo e monito per le generazioni future, affinché nessuno possa più dimenticare le efferatezze di quegli anni.

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