L'INVASIONE DI PANAMA
- 20 dic 2020
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20 Dicembre1989: a Panama 26 mila marines sbarcano per rovesciare il governo di Manuel Noriega, accusato di complicità con i Narcos del vicino Nicaragua. Negli anni ‘80 del secolo scorso, con l’esponenziale aumento dei commerci marittimi dovuti alla crescente globalizzazione, l’istmo panamense era al centro di una delle rotte marittime più trafficate al mondo e il canale di Panama era la via artificiale che consentiva di evitare la circumnavigazione del Sud America, permettendo una maggiore velocità per il trasporto delle merci e l’abbattimento dei costi per le compagnie commerciali. Fino al 1981 Panama era guidata da Omar Torrijos, politico di spessore che per primo si oppose alla presenza americana e riuscì a riportare il canale sotto il proprio controllo, evitando così le ingerenze statunitensi per la gestione dei lavori e per la gestione stessa delle rotte nel sempre più trafficato canale di Panama. Il presidente Torrijos morì però in un incidente aereo nel 1981 e alla guida del paese arrivò Manuel Noriega, generale dell’esercito panamense che dal 1983 instaurò una dittatura militare. Il generale però non aveva nessuna intenzione di proseguire le politiche pacifiche del suo predecessore, proponendo ai giapponesi l’idea di costruire un nuovo canale che avrebbe potuto sostituire quello esistente, su cui però incombeva la pesante presenza americana. L’amministrazione Bush Jr. temeva che l’ingresso dei giapponesi avrebbe colpito duramente gli introiti delle aziende americane che si occupavano della costruzione e della manutenzione del canale di Panama. La goccia che fece traboccare il vaso e che portò all’invasione americana fu il rifiuto da parte di Noriega di ospitare ancora a Panama la School of Americas, centro di addestramento per la guerriglia antinarcos in centro America. Noriega, che era stato anche lui usato dalla CIA per combattere i narcos del Nicaragua, minacciò di esporre i suoi rapporti con l’agenzia americana, che avrebbe comportato la scoperta dell’esistenza della rete clandestina americana in territori del centro americana, spesso all’insaputa degli stessi paesi. Non potendo optare per un immediato intervento militare, gli U.S.A provarono a destituire Noriega finanziando con 10 milioni di dollari l’opposizione politica al generale durante le elezioni del 1989. Nonostante le ingerenze americane, Noriega venne rieletto ed era ormai pronto ad esporre al mondo intero la opprimente presenza americana in terra straniera; il Pentagono e la CIA sottoposero al presidente Bush quella che era considerata l’ultima opzione disponibile, una invasione militare in piena regola. L’apice della tensione si raggiunge il 20 Dicembre, quando a Panama sbarcano i marines americani, con il compito di ottenere il controllo dell’istmo centroamericano ed arrestare Manuel Noriega. Il dittatore venne arrestato, ma ciò non fermò comunque il mondo del narcotraffico che continuò imperterrito a dilagare in America del Sud. L’operazione Just Cause, a conti fatti, nonostante la vittoria militare, si rivelò un fallimento politico oltre che la più grande violazione dei diritti umani e internazionali dell’epoca e contribuì a gettare ancora più nel caos i paesi dell’America Centrale, dilaniati dalle guerre per il controllo del mercato degli stupefacenti.
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