MONUMENTO ALL'EMIGRANTE
- Vittorio Longo
- 4 set 2021
- Tempo di lettura: 3 min
Fra i pochi esempi di arte non religiosa della nostra città vi è il recente monumento al migrante inaugurato alla presenza delle autorità civili e della delegazione dei migranti celanesi all’estero il 25 agosto del 20151.
Il monumento è opera dello scultore Silvio Mastrodascio, nato a Cerqueto (Teramo) nel 1943 ed emigrato per motivi di lavoro in Canada nel corso degli anni ’70. È in questo periodo che mostra i primi importanti interessi artistici cimentandosi, inizialmente da autodidatta, nella pittura per poi dedicarsi proficuamente alle arti plastiche di cui diventerà ottimo interprete in un percorso continuo di miglioramento e di crescita tecnica che lo poterà anche a diplomarsi al College of Fine Arts di Toronto nel 19942. Nel corso della sua carriera ha esposto in tutto il mondo toccando città quali New York, Montreal, Toronto, Roma, Milano, Monaco di Baviera, Città del Messico ed ha realizzato opere su commissione per diverse e prestigiose aziende ed enti pubblici e governativi. Oggi i suoi manufatti sono presenti in importanti collezioni europee, americane e giapponesi. Mastrodascio ha mantenuto, comunque, anche un forte legame umano ed artistico con l’Abruzzo. Oltre a numerose mostre personali e retrospettive, nel 2004 realizzò la sfera bronzea per la città di Teramo chiamata “La reincarnazione dell’Universo” e una fontana per la città di Montorio al Vomano dedicata al padre. Definito “...manipolatore della materia che riesce ad esprimere un gusto elegante e un tratto che pare derivare dalla tradizione orafa...”3 le tematiche principali della sua poetica sono la figura femminile4 – intesa quale espressione di bellezza mistica fra l’illusorietà dell’apparenza e l’inquietudine del mistero – e l’elemento sferico5 – inteso o come primordio universale o come espressione della Terra – rappresentato a volte lacerato o squarciato, altre quale scrigno che si apre a mostrare il suo contenuto. Il monumento al migrante è posto su un basamento nel piazzale adiacente il Castello Piccolomini. L’opera alta circa quattro metri, del peso di otto quintali, ha avuto un costo di 60.000 euro ed è stata finanziata in parte dal Comune di Celano e in parte dall’Acem6. L’autore così descrive l’opera: “...è una sfera attaccata ad un’ala. L’ala rappresenta la libertà. Nella sfera ci sono 12 figure umane che rappresentano tutte le razze umane che aspirano a trovare qualche cosa di nuovo, di bello, nella vita. Questa è la prima volta che faccio un opera sull’emigrante...”7. La scultura ha suscitato qualche perplessità, sia per quanto concerne la collocazione, non particolarmente felice e forse un po' stonata rispetto al contesto architettonico circostante, sia per la forma che appare meno armonica rispetto al bozzetto originale. Invero, probabilmente, il problema della ubicazione acuisce il secondo, il cui dubbio principale risiede, in realtà, non nell’opera in se, il cui giudizio è lasciato al libero gusto dello spettatore, ma nella riproposizione in un ambito argomentativo nuovo, l’emigrazione, di concetti, forme e strutture scultoree già ampiamente ed analogamente indagate in altri settori tematici dall’artista. Il segno più importante dell’opera va invece rintracciato nel senso stesso che ne da l’autore, ossia quell’aspirazione a trovare qualcosa di nuovo e di bello nel mondo e che affida, quindi, al monumento non solo la capacità di essere legame della città con i suoi concittadini emigrati all’estero ma anche quello di essere connessione con i suoi emigrati ossia i nuovi
celanesi. (1. A. Ianni, L’Aia di Celano, pag. 135, 137; 2. Biografia di Silvio Mastrodascio, in www.mastrodascio.com; 3. Videointervista Silvio Mastrodascio|Toronto, in www.raisport.it; 4. R. M. Levante, Mastrodascio, alla “Vetrina del Parco” di Montorio, in www.arteculturaoggi.it; 5. M. Calvesi, Al MAS Silvio Mastrodascio, presenta: DAL PENSIERO alla forma, in www.madonnadellosplendore.eu; 6. A. Di Renzo, Celano il nostro paese, pag. 55; 7. Videointervista Silvio Mastrodascio|Toronto, in www.raisport.it)
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