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IL PORTALE DI SANTA MARIA VALLEVERDE

  • Vittorio Longo
  • 13 dic 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 25 mar 2021

Il portale di stampo romanico a strombo archivoltato è di scuola aquilana e fu terminato nel 1508 ossia circa 3 anni dopo il completamento della struttura. Tale nota è ricavabile da una incisione che reca la data in numeri latini e dalle fonti storiche che attestano che in quello stesso anno venne officiata la prima funzione liturgica nell’edificio. Sull'architrave del portale vi è scolpito l'Agnus Dei che regge lo stendardo dei Piccolomini, mentre nell’archivolto vi è un tralcio di vite che nasce da una piccola brocca, simboleggiante il caos primordiale, con accanto un uccello che vi attinge da bere e termina, dopo molteplici girali, nelle fauci di un drago alato. Il tralcio di vite è ulteriormente ornato da fogliame, grappoli d’uva e volatili. Va evidenziato come l’ornato dell’archivolo e degli stipiti, particolarmente vivace, è in parziale contrasto con la raffigurazione aspra e cupa dell’Agnus Dei. Il resto del portale è costituito da pilastri scanalati e semicolonne con capitelli corinzi, sono presenti anche bassorilievi di volti di uomo e donna e la raffigurazione del sole e della luna.

Tutte le raffigurazioni scultore possono essere lette in corrispondenza bunivoca, brocca-drago, uomo- donna, sole-luna, quale rappresentazione simbolica della Creazione e della Redenzione. Contemporaneamente al portale venne completata anche la lunetta superiore in esso incorniciata cui è presente un pregevole affresco raffigurante la Madonna con Bambino tra i Santi Francesco e Giovanni da Capestrano o secondo alcune interpretazioni San Bernardino da Siena, in ragione del fatto che i primi frati del convento erano Osservanti e poiché la provincia in cui all’epoca della costruzione ricadeva il convento gli era intitolata. Il ruolo di San Giovanni/San Bernardino è quello di essere destinatario della croce, che Gesù bambino porge, e del vangelo. Da segnalare che la vividezza dei colori dell’affresco fu riportata nel suo pieno splendore dopo un’importante opera di restauro con consolidamento, pulitura e reintegro pittorico, che avvenne fra il 1996 ed il 1999.

(Fonti: A. Ianni, Ai piedi del monte Tino, pag. 232-233; A. Cantelmi, Storia di Celano la caput marsorum dai tempi mitologici alla riforma agraria, pag. 203; A. Taccone, Arte a Celano, Segni del Novecento, pag. 125, 127-128; A. Taccone, Celano, memoria d’arte, pag. 39-40; R.Rosati, Celano. Guida storica e artistica, pag. 35; Padre G. Mariangeli, Padre R.Scocchia, Santa Maria Valleverde

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