"GESU` E` TRADITO DA GIUDA"
- Vittorio Longo
- 15 nov 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Nato a Fondi nel 1914 Purificato si trasferì a Roma dopo la maturità e vi morì nel 1984.
Negli anni trenta aderì alla Scuola Romana per poi diventare negli anni quaranta e
cinquanta uno dei più acclamati pittori del realismo sociale. Fra il 1943 e il 1965 prese
parte a sei edizioni della Quadriennale di Roma e quattro edizioni della Biennale di
Venezia. Nel 1972 fu nominato direttore dell’Accademia di Brera e negli ultimi
trent’anni di vita era ormai considerato uno dei più importanti artisti italiani viventi. Purificato fu un pittore di figura ma venne molto apprezzato soprattutto per la sua
ricerca coloristica basata sull’uso di una gamma ristretta di colori ed anche per i
paesaggi mediterranei. Centro della sua poetiche è la necessità di indagare sul
rapporto, senza tempo e spesso conflittuale, tra l’uomo, la propria terra, la natura ed
il mondo animale nonché il divario tra natura e progresso. Purificato si è occupato
anche di scenografia e costumi per televisione, cinema e teatro, in questo ambito va ricordata in particolare la collaborazione con il regista Giuseppe De Santis per il film Giorni d’Amore, con il Teatro dell’Opera di Roma per la rappresentazione nel 1970 del balletto Petruška di Igor Stravinskij e con il San Carlo di Napoli per la messa in scena della Tosca di Giacomo Puccini nel 1972. Si cimentò anche nella scrittura, con recensioni e note critiche su giornali e riviste, saggi sull’arte e sulle avanguardie e perfino la pubblicazione di una commedia intitolata È arrivato Voszer (la lingua del potere). A Celano Purificato fu membro della giuria di premiazione della Biennale di Arte sacra del 1968 e realizzò la seconda stazione per la Via Crucis della Chiesa del Sacro Cuore “Gesù è tradito da Giuda”. Il quadro è un dipinto olio su tavola di grandezza 60x50 cm e sviluppa una rappresentazione dell’evento evangelico molto innovativa rispetto allo schema iconografico classico dell’episodio. L’opera evidenzia una forte drammaticità accentuata dalla compostezza delle figure addirittura estremizzata nei volti lividi e assenti dei personaggi. L’utilizzo di colori spenti per gli abiti e lo sfondo aggiunge cupezza angosciosa all’atmosfera. Gesù sembra consapevolmente rassegnato al suo destino, non lo soffre e non lo contrasta, non ne è sereno ma lo comprende.
(fonti: https://www.treccani.it/enciclopedia/domenico-purificato_(Dizionario-Biografico); N. Taccone, Celano, memoria d’arte).
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