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AI CADUTI DI CELANO

  • Vittorio Longo
  • 29 nov 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

Il monumento ai Caduti della Grande Guerra è un opera composita composta da un’area quadrangolare rialzata che delimita i confini del monumento al cui centro sono posti un basamento, tre sezioni di blocchi marmorei e una scultura bronzea sommitale raffigurante la personificazione della Vittoria. L’opera estremamente semplice e lineare è tesa ad esaltare lo slancio verso l’alto in una duplice finzione di avvicinamento al cielo e di elevazione degli spiriti dei caduti i cui nomi sono inseriti nelle lapidi marmoree del grande pilastro a sezione quadrata sulle due facce laterali e su quella retrostante, mente la lapide frontale, riporta la dicitura “CELANO AI SUOI CADUTI PER LA PATRIA/ IV NOV. MCMXXI”. La allegoria della Vittoria è raffigurata come una donna vestita con un austero abito lungo, vagamente richiamante una tunica classica, che tiene in alto con il braccio destro la teda ossia la fiaccola costituita da un ramo resinoso che gli antichi usavano durante i riti sacri. Va tuttavia precisato che quando il monumento venne eretto, nel 1921, la statua originariamente posizionata sul vertice della composizione non era la raffigurazione della Vittoria ma una scultura in ferro dal forte dinamismo ed impatto emozionale raffigurante “Il fante nell’atto di scagliare contro il nemico una bomba a mano”, particolare facilmente riscontrabile dalle foto degli anni ‘20 e ‘30. Il fante, considerato l’amico di coloro che avevano partecipato al conflitto o che vi avevano perso un caro, finì nel “macero del ferro per la patria” nel 1935 quale contributo per la Campagna dell’Africa Orientale e solo dopo diversi anni, in sua sostituzione, venne posta la Vittoria che, secondo racconti orali non provati, la istallazione sarebbe stata addirittura voluta dallo stesso Benito Mussolini nel 1942. Nel suo complesso il monumento è un punto nodale della piazza principale di Celano e, interloquendo idealmente con la fontana posta all’estremità opposta, dà a questa pienezza sul piano stilistico, armonizzando e valorizzando lo specifico segmento urbano pienamente nel contesto circostante. L’opera meriterebbe comunque un restauro poiché presenta un annerimento delle superfici marmoree e piccole tracce di erosione oltre che perdita di colorazione nelle incisioni dei nomi delle lapidi. (cfr. Scuola Media Statale “Tommaso da Celano”, AA,VV., Celano , 31 maggio 1991; A. Ianni, Ai piedi del monte Tino, pag. 144-145; A. Cantelmi, Storia di Celano la caput marsorum dai tempi mitologici alla riforma agraria, pag. 150-151; Catalogo generale dei beni culturali, Soprintendenza Belle arti e paesaggio dell'Abruzzo, Monumento ai Caduti, Celano, in



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